Segnalazione – Della stessa sostanza dei padri. Poesie al maschile – Davide Rocco Colacrai

By lacortigianadinchiostro
Aprile 15, 2021

Cari amici librosi,
oggi vi segnalo l’uscita della raccolta di poesie “Della stessa sostanza dei padri – Poesie al maschile” di Davide Rocco Colacrai, pubblicato dalla casa editrice Le Mezzelane.

Un titolo che richiama immediatamente il riferimento alla poetica di Shakespeare. In questa raccolta, Colacrai crea un continuo rimando ad altre opere, persone da lui conosciute, personaggi di rilievo, per poi creare attorno a ogni riferimento, altre storie, altri racconti, altri mondi che richiamano tematiche forti. Si passa dalla pazzia, all’omosessualità, alle vittime nei campi di concentramento, fino al suicidio, e alla questione dei migranti.

Una silloge che vuole inviare un particolare messaggio, una denuncia nei confronti di una società che ha ammesso e ammette tutt’oggi troppi orrori, troppi crimini.

Davide Colacrai, attraverso il suo componimento a versi liberi, descrive l’ingiustizia mediante una poetica delicata ma allo stesso tempo sferzante.

Cristo con violino
(Poesia dedicata a Baris Yazgi , un ragazzo curdo di 22 anni, che è stato ritrovato nelle acque che bagnano l’isola di Lesbo abbracciato al suo amato strumento, il violino, dopo che l’imbarcazione di fortuna sulla quale viaggiava è affondata.)

Sento l’onda che veglia sull’incontro dei miei ultimi batticuori
con le sue variazioni d’azzurro
dove non c’è ritorno,
il mio nome che si allunga in pentagramma
per quelle creature che attendono il cielo,
l’orizzonte che sconfina nel vuoto
prima di essere nostalgia,
sento il giorno che non ha rotta
e l’istante in cui sospeso come una goccia
lascio farmi sogno.
Sono un Cristo che ha per croce un violino,
le sue corde il mio pane quotidiano,
la sua voce il mio perdono,
leggero come polline di conchiglia
mi lascio trascinare dove le stelle marine
sono fiori che cantano l’amore
e il mondo è uno schizzo che ha smesso di bruciare,
capovolto nella tela d’ombra che scintilla
e ovattato come il desiderio di una carezza
che desiderio resta.
Sento il mio corpo liquido, senza sartiame,
e assoluto,
quasi una lacrima che scivola sui polpastrelli del mare
mentre il sole dipinge il suo raggio
con cui mi trafigge
e mi ritrovo sposo senza promessa e senza vestito
un albatro di bruma che si tende oltre l’onda,
dove i ricordi non sono ancora nati
e gli occhi tacciono, mentre le dita predicono un’eco della mia terra.

Come una virgola di farfalla
(dedicata a Stefano Cucchi)

Sarà il mio corpo al tramonto di gelso
a parlare di me,
con il mio nome allungato verso l’infinito
dove l’ombra del sudario
tace la sua assenza,
a rilevare la cura che ha infranto il mio asse
in un macello
dove Dio è una virgola d’uomo,
ad essere sussurro di fuoco
nel convivio della verità
quando il vento avrà sciolto i suoi nodi,
a tracciare un cerchio per ogni mia orma
prima che la notte si sarà spenta su questo Sinai.
Sarà il mio corpo al tramonto di gelso
a misurare, tra un osso e l’altro, dove il sangue è un assolo,
il mio dolore,
padre e amico in quei giorni lenti
e pieni di ossimori,
di muri nudi d’amore,
freddi, e sterili, quasi di lutto,
stretti in una solitudine che si attardava in un solstizio
dove mani sorde
rivoltavano i miei rami in una stortura
lontana dai sogni.
Non c’era niente, nemmeno una Bibbia, perché non perdessi la speranza,
e sopravvivere, e ricordare
che il cielo non muta con le stagioni
ma con i ricordi e che avrebbe benedetto l’uomo intarsiato nella mia promessa
al mondo, era difficile, quasi un supplizio.
Ed è così che ho lasciato il mio corpo al tramonto di gelso,
morbido e feroce, non ancora pronto a scivolare via dal buono, e senza rimorso.
Come una virgola di farfalla in uno spillo che sarà.

Giurista e criminologo, Davide Rocco Colacrai è al suo dodicesimo anno di carriera e partecipazione a premi letterari; ha infatti ricevuto numerosissimi riconoscimenti nazionali e internazionali. Tra gli ultimi: il Premio Letterario Europeo “Massa, città fiabesca di mare e marmo” (aggiudicato per il secondo anno non consecutivo), la Medaglia di Bronzo per Meriti Letterari al Premio Internazionale “Medusa Aurea” organizzato dall’A.I.A.M. (dopo aver vinto quella d’oro per due volte consecutive) e il Premio come Poeta dell’anno all’omonimo Premio Internazionale organizzato da Otma2 Edizioni.

È autore dei seguenti libri: “Frammenti di parole” (2010), “SoundtrackS” (2014), “Le trentatré versioni di un’ape di mezzanotte” (2015), “Infinitesimalità” (2016), “Istantanee Donna (poesie al femminile)” (2017), “Il dopo che si ripete, sempre in sordina” (2018) e “polaroiD” (2018), che ama presentare sotto forma di spettacoli di “poesia in teatro”, con cui gira da alcuni anni l’Italia.
Hanno scritto di lui Alfredo Rienzi, Carmelo Consoli, Livia de Pietro, Armando Saveriano, Italo Bonassi, Flavio Nimpo, Mauro Montacchiesi, Gordiano Lupi, Alfredo Pasolino, Stefano Zangheri e molti altri.
Nel tempo libero, insegna matematica, studia recitazione, è autore radiofonico per whiteradio.it, colleziona 45 giri da tutto il mondo (ne possiede duemila), ama leggere, praticare sport all’aria aperta e viaggiare.

AUTORE: Davide Rocco Colacrai
TITOLO: Della stessa sostanza dei padri – Poesie al maschile
CASA EDITRICE: Le Mezzelane
GENERE: Poesia
PAGINE: 72
FORMATO: 15×21 con alette e segnalibro ritagliabile
ISBN cartaceo: 9788833285382
ISBN ebook: 9788833285399

Stefania Marotta

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