Santiago – Giuseppe “Leo” Leonelli

By lacortigianadinchiostro
Marzo 5, 2020

COPERTINAAutore: Giuseppe “Leo” Leonelli

Titolo: Santiago

Casa editrice: Incontri Editrice

Pagine: 397

Genere: narrativa

 

Cari amici librosi,
questo mese vi parlo del romanzo “Santiago” di Giuseppe Leo Leonelli edito da Incontri Editrice.

Quella di cui vi parlerò è la narrazione di un viaggio, non solo fisico, ma soprattutto un viaggio interiore, di esplorazione del proprio sé. Il messaggio celato in questa storia è l’importanza di riuscire a capire se stessi, il proprio animo, che spesso tende a nascondersi dietro maschere di cui non si è nemmeno a conoscenza. La forza dell’abitudine, il quotidiano, i sentimenti malevoli, che a volte possono avvolgere in una morsa e far sprofondare in un baratro, non sono la realtà.

Leggere questo libro farà venire voglia di intraprendere il Cammino di Santiago a chiunque lo legga, a chiunque percepisca nel suo inconscio che ci sia qualcosa ancora da capire, qualcosa da scoprire e che la vita, così come la si sta vivendo, non permette di poter cogliere questa sfaccettatura del proprio animo, quel determinato dettaglio offuscato.

***

Antonio Baldini è un artista ed è un cinico. Abituato a celare ciò che prova, espresso solo nei suoi dipinti, ha sempre soffocato le emozioni in quel suo carattere aspro, difficile, nascondendosi dietro il suo perenne sarcasmo. Non ha una famiglia e neanche un amico sincero e leale. Ha solo il suo amato cane Tiago, il suo unico fedele compagno, il suo unico vero amico. Lasciato dalla ragazza decide di intraprendere il Cammino di Santiago come guidato da una catena di eventi e coincidenze che lo portano a intraprendere un viaggio particolare, un viaggio dentro se stesso, per comprendere il reale senso della vita.

Un viaggio che lo aiuterà a trovare risposte, a trovare quel pezzetto di sé ignoto in un luogo sconosciuto ma carico di significato. Ottocento chilometri di cammino, passo dopo passo, meta dopo meta riuscirà a comprendere veramente il senso della sua vita?

***

La storia raccontata da Giuseppe Leonelli è una storia sulla ricerca, sulla forza, sulla resistenza. Si nota dai dettagli presenti nel racconto che probabilmente è dettato dall’esperienza personale dell’aver intrapreso il Cammino. Un viaggio dentro la propria interiorità, non per forza un viaggio scelto per fede o perché guidati da una qualche voglia di ricerca religiosa o simile, ma semplicemente per cercare se stessi nella natura, con estranei, nell’entrare a contatto con orizzonti ed esperienze nuove, scontrarsi con le proprie abitudini ma soprattutto scontrarsi con la propria quotidianità. Perché solo in questo modo, effettivamente, si possono capire i dettagli e superare, forse, i propri limiti.

Una storia che fa capire i limiti presenti in ognuno di noi, ma che nonostante questi blocchi, si può sempre trovare il modo per affrontarli e superarli.

La vicenda, scritta in prima persona (narrazione autodiegetica) con un linguaggio semplice e fluido, necessario vista la lunghezza del racconto, mostra al lettore l’interiorità del protagonista, una finestra spalancata nei suoi pensieri e riflessioni. Come se il lettore camminasse fianco a fianco con Antonio durante tutto il tragitto, assaporando i piatti tipici, vivendo i suoi disagi e disappunti, godendo delle sue emozioni, dei silenzi che solo la natura è in grado di regalare e della bellezza dei paesaggi.

Lo sviluppo del personaggio è evidente pagina dopo pagina. Inizialmente timoroso nel mostrare agli altri la sua indole romantica e sensibile, ossessionato dai numeri, convinto che quelli pari gli portino sfortuna, grazie al Cammino, riesce a ritrovare una connessione non solo con il suo vero Io ma anche con la sua vena artistica, partito senza un reale legame d’affetto, di amicizia e d’amore, grazie al Cammino trova persone degne di essere chiamate fratelli.

Tuttavia, pur essendo una storia che trasmette un messaggio importante, si caratterizza per avere un ritmo narrativo abbastanza lento per la sua mole di pagine, e ciò rende difficile continuare la lettura per chi non è realmente interessato al Cammino di Santiago. Si sente la mancanza di colpi di scena particolari o comunque di una tensione emotiva e narrativa crescente. Quando sembra che stia per succedere un qualcosa che possa ravvivare il ritmo, quel minimo di tensione si sgonfia in una spiegazione logica e coerente, quindi deludente.

Direi, ed è un consiglio che vorrei dare a tutti gli scrittori, che non è necessario spiegare ogni cosa a chi legge. Inserire un po’ di “non detto” potrebbe creare una sorta di intrigo, una motivazione e una maggiore curiosità per continuare la lettura. Senza per forza far accadere qualcosa di drastico, sennò si potrebbe rischiare l’incoerenza narrativa.

Che dire della Cortigiana d’Inchiostro? La Storia trascina il lettore nel suo mondo d’inchiostro, tuttavia il mio giudizio è decisamente combattuto. Da una parte reputo il ritmo e la trama troppo lenta e lunga, soprattutto perché non vi sono dei colpi di scena che riescano a destare l’attenzione in chi legge, alla lunga la lettura diventa noiosa e a tratti quasi ripetitiva. Dall’altra, forse, mi rendo conto che probabilmente è proprio l’intenzione dello scrittore il voler descrivere ogni più piccolo dettaglio, per far vivere anche a chi legge, le atmosfere che possono avvolgere i pellegrini del Cammino.

Altri articoli

2 Commenti

  1. Emilio

    Veramente una magnifica recensione

    Rispondi

Trackback/Pingback

  1. La Cortigiana d'Inchiostro - […] di cui vi parlerò è il continuo del romanzo “Santiago”, dove ritroveremo vecchi amici e nuovi personaggi. Una storia…

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *