Oceano mare – Alessandro Baricco

By lacortigianadinchiostro
Gennaio 16, 2019

img_20181224_105924Autore: Alessandro Baricco

Titolo: Oceano mare

Casa Editrice: Universale Economica Feltrinelli

Pagine: 213

Genere: narrativa psicologica

 

Cari lettori, questo mese vi parlo di “Oceano mare” di Alessandro Baricco, un testo che da tempo era presente nella mia personale lista di “libri da leggere prima o poi”. Un libro che mi è stato consigliato anni addietro per il suo modo di raccontare il mare, anzi, per il suo raccontare l’uomo che vive il mare.

Un romanzo suddiviso in tre libri: La locanda Almayer; Il ventre del mare; I canti del ritorno.

È una storia, o meglio, un insieme di storie dispiegate al lettore in un modo estremamente particolare, quasi surreale. Gran parte della vicenda gira attorno alla misteriosa locanda Almayer, nella quale si incontreranno sei eccentrici personaggi legati l’uno all’altro da un fondamentale punto in comune: il mare.

La giovane Elisewin accompagnata da Padre Pluche alla locanda per poter guarire dal male che l’affligge, e l’unica cura è il mare; il professor Bartebloom intento nella scrittura di un’enciclopedia dei limiti; il pittore Plasson, che cerca di carpire il mare dipingendolo con la sua stessa essenza: l’acqua marina. Il misterioso Adams, di cui nessuno sa nulla; e, infine, madame Deverià, anch’essa ospite della locanda per poter guarire dai suoi vizi e trovare la pace dell’anima.
Quando i confini della realtà si disperdono per poi ritrovarsi e raggiungere la quiete.

Ma il mare non è solo una fonte di risposte e tregua, dalla vita. Il mare mette alla prova. La natura umana, l’oceano, quando costretti a rimanere da soli, l’uno con l’altro, cambiano volto in un modo profondo, pericoloso, brutalmente veritiero. Ed è ciò che accade ai sopravvissuti del naufragio dell’Alliance, una nave della marina militare francese.
Quando il destino è affidato a una zattera, alla deriva, dove il riuscire a sopravvivere è ciò che conta davvero. A costo di tutto. Lo strappare la vita dalla morte che striscia, subdola e inesorabile, assieme alle tenebre della notte.

Un intreccio di vite e di storie in un fluire denso e ricco di metafore.

***

Quella descritta da Baricco è una cornice di ciò che accade all’uomo in situazioni estreme, quando il rimanere in vita è più forte di tutto. La sopravvivenza si trasforma nell’unica legge degna di essere rispettata.

“Questo, mi ha insegnato il ventre del mare. Che chi ha visto la verità rimarrà per sempre inconsolabile. E davvero salvato è solo colui che non è mai stato in pericolo.”

Lo stile narrativo di Baricco si caratterizza per la sua particolarità. Uno stile a volte condannato, non pienamente compreso, strutturato quasi come una sorta di narrazione poetica. Una poesia lunga un libro. È mai possibile? A quanto pare, sì.

L’uso della paratassi è evidente, probabilmente è proprio questa sua caratteristica a far storcere il naso a chi legge. Almeno inizialmente. Una scrittura che tende e descrivere perfettamente la psicologia dei personaggi, ma non attraverso la spiegazione precisa dei vari stati d’animo o pensieri, no. Unicamente grazie ai dialoghi e alle loro azioni.
Per poi, paradossalmente, cambiare stile e passare a dei dettagliati flussi di coscienza, presenti nel secondo libro. Una perfetta rappresentazione della natura umana, della paura, delle sensazioni, della sofferenza, della sopravvivenza, della brutalità dell’essere umano. Una perfetta analisi antropologica e sociale che lascia senza fiato e ti invoglia, ti rapisce, ti cattura, ti terrorizza.

Un dispiegamento delle vicende resa ancora più caratterizzante dall’impaginazione frastagliata, appositamente frastagliata. Com’è frastagliato il mare, e la mente umana. Come siamo frastagliati noi, naturalmente, ma soprattutto quando siamo costretti a combattere per la vita. Cosa siamo disposti a fare?

Che dire, quindi, della Cortigiana? Sarò sincera, inizialmente lo stile di scrittura di Baricco non mi ha coinvolta. Il suo modo di narrare, talmente surreale, quasi difficile da contestualizzare, mi ha creato come un distacco e il conseguente non apprezzamento della sua poetica. Tuttavia, la storia, pagina dopo pagina, mi ha rapita proprio per la sua natura eccentrica. Un libro che ha in sé una poetica che coinvolge il lettore, se non nell’immediato, qualche attimo successivo. E sicuramente non lo si può leggere tutto d’un fiato, ma è necessario assaporarlo, ragionarci, rifletterci. Solo allora, quando si cercherà di comprenderne la natura, si riuscirà ad apprezzarlo.

Il mio consiglio, quindi, è di non soffermarsi al primo stato d’animo ma di continuare nella lettura, e solo in quel momento si dispiegherà, agli occhi del lettore, un mondo che probabilmente non pensava di trovare.

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