Autore: Giorgio Marconi
Casa editrice: 96, rue de-La-Fontaine Edizioni
Pagine: 136
Genere: Narrativa
Cari lettori, questo mese voglio parlarvi del libro dal titolo Il precario equilibrio della vita di Giorgio Marconi. Ormai, ogni volta che mi accingo a leggere una nuova storia, guardo e analizzo il titolo. Cerco di carpirne l’essenza o un dettaglio che riesca a darmi un’idea sulla storia nella quale sto per immergermi. Ecco che in questo caso il titolo parla da sé, cerca di comunicare il senso della vita, dell’equilibrio tanto fragile quanto perfetto che circonda la nostra esistenza. Un equilibrio sottile che rischia di rompersi in un attimo. Le trame del destino sono così precarie… così contorte.
La storia narrata parla d’amore, ma non l’amore tra uomo e donna, o almeno non solo, ma parla dell’amore in genere. Tra due amici, tra un uomo e una donna, tra genitori e figli, tra un uomo e il ricordo della sua vita passata. È una lode alla vita, all’amore per la vita. Alla bellezza dei sentimenti che permangono nel tempo, indissolubili e resistenti alle lancette dell’orologio.
La vicenda ruota attorno a tre figure cardine: Goffredo, funzionario delle poste, che intraprende un viaggio da Torino fino a Parigi per consegnare una particolare missiva, una lettera dal lontano 1938, una lettera che non è riuscita a raggiungere il suo destinatario al momento giusto, Giulio, artista e “giovane” novantottenne residente nella casa di riposo per artisti (Maison de retraite pour anciens artistes). Il destinatario di quella missiva che proviene da un passato lontano, da una vita ormai distante ma mai dimenticata, il ricordo di un amore, quello vero e puro: la ragazza dai boccoli rossi del suo ritratto.
Poi vi è Yvonne, la capo-infermiera della casa di riposo. Una donna a prima vista corpulenta e forzuta, una donna che comunica una grande forza, ma in realtà nasconde in sé una profonda fragilità e un animo fanciullesco, sensibile alle emozioni. Una donna cha sulle spalle ha un passato fatto di sacrificio e pazienza, una vita quasi sprecata ma mai rimpianta, perché tutto ciò che ha affrontato lo ha vissuto con il cuore e la tenacia che tanto la contraddistinguono.
Una storia che intreccia tre destini differenti ma uniti da quel precario equilibrio della vita. Un viaggio verso un mondo di colori, tempere, disegni, ricordi e speranze. Quella speranza che non si arrende, che accende un fuoco nell’anima e induce a credere. Una speranza che solo l’amore può alimentare, quell’amore mai dimenticato, quell’amore tra Giulio e Clara, la ragazza del suo dipinto…
Giorgio Marconi sviluppa una narrazione in terza persona, la storia è descritta seguendo i punti di vista dei tre personaggi, ripercorrendone le trame dei pensieri e delle sensazioni da loro provate. Ognuno di essi ha una profonda caratterizzazione psicologica, i personaggi infatti, sono ben descritti, tanto da poter capire il carattere di ognuno. Particolare che permette al lettore di affezionarsi a loro, alle vite di ognuno… le quali vengono scoperte piano, lentamente. Vi è infatti un lento svelamento che può essere associato allo scorrere del tempo.
E che dire della Cortigiana, ovvero della storia? Il lettore fin dalle prime pagine è catturato dallo stile di scrittura e dalla trama. La storia riesce ad ammiccare e ad accendere l’interesse, spingendo il lettore a continuare la lettura per poter capire e scoprire quel mistero celato da quel manoscritto proveniente dal passato.
Quindi, carissimi lettori, benvenuti in questa storia che ingloba in sé passato, presente e futuro. Una trama che rappresenta una riflessione sulle scelte fatte e quelle mancate, del “sé fosse stato diverso cosa sarebbe accaduto”, e del “nonostante tutto la mia vita non la cambierei”.
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