Autore: Naomi Alderman
Titolo: Ragazze elettriche
Casa Editrice: Nottetempo
Pagine: 446
Genere: romanzo distopico
Cari lettori, questo mese voglio parlarvi di un libro presente nella mia personale lista dei desideri da un po’: “Ragazze elettriche” di Naomi Alderman. Una storia che mi ha incuriosito e raggiunta per il passaparola che lo sta caratterizzando, ma soprattutto perché, in quest’ultimo periodo, mi sto particolarmente interessando alle storie distopiche, non solo nei romanzi ma anche nei film.
Il romanzo della Alderman affronta una tematica particolare, la guerra tra i sessi. Un argomento che in questo periodo sta coinvolgendo in modo particolare le nostre cronache. Numerose le violenze subite dalle donne in qualsiasi contesto, sia privato che lavorativo.
È il racconto di una ribellione. Il potere di una rivoluzione. Un qualcosa che è sempre stato dentro le donne, ma solo ora si è scatenato. Quando troppi soprusi sono stati inflitti e subiti. Quando la forza del dire “basta” vince su tutto. La rivoluzione è iniziata e il principio è l’energia. Il potere di trasformare una società da patriarcale a matriarcale. Il potere di rovesciare quei dogmi sociali che fino a quel momento hanno governato il pensiero comune.
“Sta accadendo qualcosa di nuovo. La portata dell’evento continua a crescere.” (Naomi Alderman, 140)
Veniamo, ora, alla trama: Il mondo sta cambiando. Voci inquietanti iniziano a diffondersi, voci velate di preoccupazione e trepidazione. Un fenomeno mondiale, nuovo, si sta sviluppando in tutte le ragazze, una sorta di potere, un potere elettrico che si dirama a partire da una matassa, un organo nei pressi della clavicola, per poi arrivare fino alle mani e da lì sprigionare l’energia. Una forza sviluppata inizialmente dalle ragazze adolescenti, ma in grado di ritrasmetterlo a tutte le altre donne, nelle quali è latente.
È l’inizio di una nuova era, dove le donne prendono il potere a capo della società e gli uomini dovranno adattarsi al nuovo stile di vita.
Le donne, saranno davvero in grado di cambiare l’orizzonte di soppressione creato in precedenza dall’uomo?
Naomi Alderman, in “Ragazze elettriche”, trasporta il lettore in una realtà distopica. Un mondo in cui le donne hanno sempre subito, in un modo o nell’altro, il potere dell’uomo. Fino a quando le violenze, le diversità di potere giungono al termine. Quando la necessità di dire “basta” non è solo una questione di giustizia sociale ma anche naturale. È infatti un nuovo mondo, quello descritto dalla Alderman, in cui dominano le donne. Una nuova era in cui le ragazze adolescenti scoprono la presenza di una sorta di matassa nei pressi della clavicola, una nuova capacità che le rende dotate di energia elettrica che permette loro di difendersi da chi cerca di violare la loro sicurezza e molestarle.
Una storia raccontata seguendo i punti di vista di quattro personaggi che accompagneranno il lettore alla scoperta di questa nuova realtà e gli permetteranno di affrontare la problematica sia dal punto di vista di chi la vive ma anche dal punto di vista di chi la subisce.
Il romanzo si caratterizza per l’utilizzo della terza persona singolare, una tecnica che permette uno sguardo distaccato ma allo stesso tempo attento ai fenomeni. Infatti il narratore non è il protagonista ma un osservatore esterno degli eventi, una persona diversa dai protagonisti della scena. Ciò permette di poter vedere i fatti senza filtri. Una tecnica che ricorda quella attuata nel giornalismo.
La scrittura invece si caratterizza per uno stile narrativo crudo ma ugualmente semplice e scorrevole. Uno stile a volte quasi violento, ma non poteva essere altrimenti.
I personaggi sono ben caratterizzati, ciascuno con personalità e missioni ben distinte. Ognuno dei quali trascina il lettore nel suo mondo e nella sua storia personale.
E che dire della Cortigiana d’Inchiostro? La storia, fin dalle prime pagine, forse già dal titolo, ammalia il lettore con un sussurro di promessa. Una promessa invitante in un mondo sconosciuto e pericoloso, un mondo diverso in cui viene data una risposta alla domanda sempre più incalzante nella nostra epoca: Il mondo sarebbe un posto migliore se gestito dalle donne?
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